Il potere della parola scritta: la scrittura empatica

Sommersi da tweet, messaggi whatsapp, emoticon e hashtag, siamo ancora in grado di percepire il potere della parola scritta? La scrittura empatica supera le barriere naturali della comunicazione scritta per creare un legame con il lettore.
La sensazione di vicinanza che si sviluppa attraverso questa forma di comunicazione consente di connettersi con chi legge e mantenere la sua attenzione. Questa connessione apre un canale per trasmettere messaggi che possono far riflettere e innescare un cambiamento. Oltre il tempo e lo spazio.
Durante i lunghi anni di prigionia, Nelson Mandela prendeva forza e conforto dalle parole scritte quasi 100 anni prima da un poeta inglese affetto da una grave malattia. Quelle parole, stampate su un libro della biblioteca del carcere in cui era rinchiuso, lo hanno spinto a resistere e a continuare a lottare quando tutto sembrava perduto.
Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un pozzo che va da un polo all’altro,
ringrazio qualsiasi dio possa esistere
Per l’indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro
né ho gridato per l’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime,
Incombe solo l’orrore delle ombre,
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto stretta sia la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
Invictus, William Ernest Henley, 1875
Creare empatia attraverso la comunicazione scritta
La parola “empatia” deriva dal greco e in origine veniva usata per indicare il rapporto di condivisione emozionale che si creava tra l’attore, o cantastorie, e il suo pubblico. In psicologia, la parola “empatia” indica la capacità e il desiderio di comprendere e condividere lo stato d’animo e il mondo interiore di un’altra persona.
Sembrerebbe quindi che creare empatia attraverso la sola comunicazione scritta non sia possibile se non sappiamo chi leggerà il nostro messaggio e quando lo farà.
Eppure Nelson Mandela ha tratto ispirazione dalle parole scritte molti anni prima da una persona che non sapeva chi le avrebbe lette e quando. Quelle parole hanno creato una connessione profonda e una risonanza di emozioni e stati d’animo tra due persone che non si conoscevano, vissute in epoche e luoghi diversi. Come è possibile?
Questo può avvenire perché nella comunicazione scritta esistono elementi stilistici e tecniche narrative che ci consentono di entrare nel cuore di chi legge.
Il potere della parola scritta e il Tono della scrittura empatica
Il tono è una qualità apparentemente sfuggente del testo che aiuta a mettersi in relazione emotiva con il lettore. Due sono gli elementi che definiscono il tono di una comunicazione scritta:
- il livello di energia: il livello di energia di una comunicazione scritta equivale al calore trasmesso e quindi al livello di coinvolgimento che si vuole suscitare nel lettore. L’energia della scrittura empatica trae forza dalle immagini che è in grado di evocare e dalle emozioni e bisogni ancestrali che fa emergere. Come descritto nell’articolo “Lo storytelling: l’arte del narrare“, la nostra mente profonda e il nostro inconscio funzionano per immagini. L’inconscio in particolare trattiene le sequenze visive che ci trasmettono le emozioni più intense.
- il grado di formalità: la comunicazione empatica è più informale e include espressioni del linguaggio quotidiano. Di conseguenza ha toni più caldi e familiari. Al contrario, un testo formale appare più freddo e distaccato e si caratterizza spesso per l’uso di forme impersonali, parole forbite, frasi lunghe e complesse. Questo tipo di scrittura trasmette al lettore una sensazione di minore urgenza ed è quindi meno adatta a stimolare all’azione e al cambiamento.
Il potere della parola scritta e lo Stile della scrittura empatica
Lo stile narrativo è ciò che dà forma e struttura al tono della comunicazione scritta. È infatti l’impronta tecnica che il narratore utilizza per raccontare e descrivere una vicenda.
Lo stile determina quindi una serie di scelte pratiche che l’autore deve fare a fini espressivi. Ad esempio, il tipo di vocaboli, la costruzione della frase, l’uso della punteggiatura, metafore, iperboli, ellissi etc.
Le scelte stilistiche permettono all’autore di trasmettere al lettore il tono narrativo ed elementi propri della comunicazione non verbale anche all’interno di una comunicazione scritta.
Alcune tecniche permettono inoltre di tenere alta l’attenzione del lettore e aumentare ulteriormente il suo coinvolgimento.
Tra queste troviamo la tecnica del questioning, o arte del porre domande. Nella scrittura la domanda apre la relazione con il lettore, spostando il centro dell’attenzione su di lui e spingendolo a rispondere mentalmente.
Ma anche la tecnica della variatio, che può esprimersi attraverso l’alternanza tra parole brevi e d’impatto e parole più lunghe e articolate oppure con l’alternanza tra periodi veloci e pungenti e periodi più ampi e riflessivi.
Il “non verbale” nella comunicazione scritta
Quando parliamo, esprimiamo i nostri sentimenti ed emozioni solo per il 7% circa attraverso l’uso delle parole. Il rimanente 93% è comunicazione non verbale, ovvero gestualità, portamento, mimica facciale, tono di voce etc.
Qualcosa di simile succede anche nella scrittura empatica, in cui la scelta dello stile narrativo gioca un ruolo fondamentale per trasmettere quel 93%.
Nella scrittura empatica gli elementi non verbali della comunicazione possono essere espressi attraverso diversi accorgimenti, tra cui:
- la scelta e il suono delle parole
- la posizione delle parole all’interno delle frasi
- la costruzione e la sequenza dei paragrafi
- la scelta dei tempi verbali
- la punteggiatura
Dare un volto alla comunicazione scritta
Tutto questo contribuisce a dare un volto e un’espressione al testo, a far intravedere al lettore se stiamo sorridendo, se siamo sereni, preoccupati o arrabbiati. Gli fa sentire il nostro stato emotivo come se fossimo accanto a lui nel momento in cui legge le nostre parole.
Tono, ritmo, punteggiatura, struttura della frase e accostamenti di parole sono alcuni degli strumenti che ci permettono di esprimere uno stato d’animo e creare uno stile di scrittura evocativa e immaginifica.
Il potere della parola scritta: scrittura empatica e comunicazione etica
Per creare una comunicazione empatica efficace è però essenziale la coerenza tra le tecniche stilistiche utilizzate e l’intento profondo della comunicazione stessa.
Se l’intento è motivare, confortare e spingere all’azione, queste tecniche avranno un impatto e potranno produrre un cambiamento autentico. Per questo, se l’obiettivo è produrre una comunicazione di valore, tali accorgimenti stilistici devono essere usati in modo etico e coerente.
Diversamente si rifletteranno in forme di manipolazione linguistica e dalla scrittura empatica si passerà a una comunicazione ipocrita e stucchevole, come l’equivalente interazione verbale. Questo tipo di comunicazione non è infrequente nel linguaggio pubblicitario e in quello dei mass media e molti di noi, istintivamente, avvertono fastidio e irritazione quando sono esposti a questo tipo di messaggi.
E a voi è mai capitato di leggere un testo così “potente” da spingervi all’azione e al cambiamento? Ricordate che caratteristiche aveva e che cosa vi aveva colpito?