Editing e proofreading: cosa sono e come si differenziano

Editing e proofreading: cosa sono e come si differenziano

In quanti hanno sentito parlare di editing e proofreading, sanno in cosa consistono queste attività e come si differenziano tra loro? E in quanti sanno come possono migliorare la qualità di un prodotto editoriale? In questo articolo potrete approfondire gli aspetti principali di editing e proofreading per comprendere cosa sono e come si differenziano.

Le differenze e le similitudini tra queste due attività non sono sempre facili da identificare per i non addetti ai lavori. Tuttavia, sono entrambe fondamentali per la qualità e l’efficacia di un contenuto testuale su qualsiasi mezzo di diffusione.

Spesso i termini editing e proofreading vengono usati in modo interscambiabile, come se fossero sinonimi. Tuttavia conoscere le definizioni di editing e proofreading, cosa sono e come si differenziano è indispensabile per chi si occupa dello sviluppo di testi e prodotti editoriali. Per prima cosa è importante sapere che si riferiscono a fasi diverse dello stesso processo: quello che conduce alla pubblicazione di contenuti di successo, che si tratti di articoli, romanzi o pagine web.

Le attività di editing e proofreading presentano infatti differenze e punti di contatto che le rendono complementari tra loro per la riuscita di un prodotto editoriale, ma non solo.

A questo scopo, è opportuno chiarire cosa si intende per prodotto editoriale. Infatti è proprio su questo tipo di prodotto che la distinzione tra proofreading ed editing è più facilmente comprensibile.

Cos’è un prodotto editoriale?

In base alla Legge 7 marzo 2001, nr. 62 “Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, nr. 416” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale nr. 67 del 21 marzo 2001:

“Per ‘prodotto editoriale’, ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematrografici”.

Tuttavia, le attività di editing e proofreading non sono importanti solo per i prodotti editoriali, ma per tutte le attività di comunicazione professionale e aziendale.

Vediamo quindi nel dettaglio in cosa consistono editing e proofreading e perché sono così importanti per l’efficacia di una comunicazione testuale.

Cos’è l’editing di testi?

L’editor di testi controlla che un contenuto sia ben organizzato, facile da capire e scorrevole da leggere. L’editor può correggere anche errori di forma, ma il suo compito è assicurarsi che il testo abbia un senso e sia ben strutturato in tutte le sue parti.

Il content editor verifica inoltre che il registro stilistico e il “tono di voce” utilizzati siano coerenti e appropriati e interviene su questi aspetti se ritiene necessario migliorarli. L’editor deve infatti verificare che lo stile sia idoneo ai contenuti presentati, al pubblico a cui si rivolge e all’obiettivo della comunicazione.

Proofreading: significato

Il termine “proofreading” viene usato in diversi settori e quindi il suo significato può variare in base al contesto. In origine questa espressione deriva dall’ambito scientifico, più precisamente dalla biologia molecolare e indica un processo che permette di identificare e rimuovere specifiche anomalie all’interno del DNA.

Questa parola è poi via via diventata sempre più comune per indicare la verifica e la successiva correzione di errori grammaticali, sintattici, ortografici e di formattazione di un testo scritto. In questa sede circoscriveremo quindi la definizione di proofreading a questo ambito specifico per poter compredere meglio le sue caratteristiche.

La fase di proofreading è quindi successiva a quella di content editing e consiste nella revisione e correzione di bozze finalizzata all’identificazione di precise categorie di errori, in particolare:

  • refusi ed errori di battitura
  • errori grammaticali
  • errori sintattici
  • omissioni e frasi saltate
  • errori nelle numerazioni o nei nomi di luoghi, persone e società
  • problemi di formattazione
  • errori di punteggiatura

Durante la fase di proofreading, non si effettua un controllo della terminologia salvo in caso di errori eclatanti. Ma soprattutto: in questa fase non si interviene sullo stile con cui sono presentati i contenuti.

Dopo avere ultimato questo tipo di controllo è possibile procedere anche con il controllo del layout e dell’impaginazione dei contenuti.

Per il proofreading è possibile avvalersi dell’ausilio di appositi strumenti per il controllo ortografico e grammaticale. Tuttavia, sebbene questi strumenti siano utili per eliminare piccoli refusi e sbavature, un proofreader madrelingua resta indispensabile per rendere il testo perfetto nella forma.

In breve, quindi, il proofreading si concentra sugli aspetti formali e più superficiali di un testo, mentre l’editing prevede un’analisi più approfondita e articolata. Per questo, i tempi e i costi di un progetto di editing svolto a livello professionale sono sempre maggiori rispetto a quelli dell’attività di proofreading.

Proofreading ed editing nelle traduzioni

Proofreading ed editing risultano essenziali e complementari anche nei casi in cui il testo sia frutto di una traduzione. Il servizio di proofreading deve infatti sempre prevedere anche l’attività di editing per garantire la corretta traduzione di qualsiasi tipo di testo.

Proofreading e traduzioni

La norma ISO 17100 sulla qualità dei servizi di traduzione prevede che il proofreading sia sempre a cura di un secondo traduttore. Un secondo traduttore può infatti individuare più facilmente eventuali errori di traduzione commessi dal primo.

Nell’ambito delle traduzioni, il proofreading risulta inoltre indispensabile per la geolocalizzazione di tutti i contenuti testuali realizzati a livello aziendale, come brochure, cataloghi, articoli, blog, siti web e presentazioni.

L’editing delle traduzioni: cos’è e a cosa serve

Anche nel campo delle traduzioni, l’editing consiste in un passaggio precedente rispetto al proofreading, ovvero nella correzione stilistica del testo tradotto per migliorarne la qualità. In pratica il content editor controlla che il contenuto sia ben organizzato, scorrevole, fluido e comprensibile.

A questo proposito la norma ISO 17100 citata in precedenza definisce l’editing bilingue come «analisi bilingue del contenuto del testo in lingua di destinazione, effettuata confrontandolo con quello nella lingua sorgente per determinare l’adeguatezza allo scopo concordato».

Se infatti grazie al proofreading possono essere eliminati errori formali di lingua, con l’editing si evita che il testo tradotto sia difficile da comprendere o da leggere o che sembri chiaramente il risultato di una traduzione.

Pertanto, in questa fase si tiene in considerazione anche la geolocalizzazione del testo, oltre che la qualità della traduzione. Ci si accerta che il testo tradotto sia adeguato al mercato straniero dal punto di vista culturale.

Questa attività risulta quindi di importanza decisiva per comunicare in modo chiaro ed efficace il proprio messaggio utilizzando le sfumature di significato proprie di ogni lingua.

Post-editing: cos’è e a cosa serve

Sempre nell’ambito delle traduzioni, con il termine post-editing si intende infine la revisione da parte di un traduttore in carne e ossa del testo creato da un software di traduzione automatica.

L’intervento di editing del traduttore umano varia a seconda del testo e della qualità della traduzione. Nonostante gli strumenti di traduzione automatica siano oggi sempre più avanzati, non possono ancora sostituire la capacità umana di tradurre correttamente e in modo espressivo.

Conclusioni

Per concludere, sia l’attività di content editing che l’attività di proofreading richiedono una perfetta padronanza della lingua di destinazione del testo che si dovrà revisionare.

Tuttavia, il proofreading è un attività più analitica e di precisione focalizzata sulla ricerca e successiva correzione di errori di forma. Per questo, oltre a un’eccellente conoscenza di sintassi, grammatica e ortografia, il proofreader deve conoscere gli standard redazionali della revisione di testi e applicarli in modo appropriato.

Invece il content editor deve avere competenze di copywriting per poter identificare frasi inappropriate dal punto di vista stilistico e riformularle con maggiore chiarezza ed efficacia espressiva.

Quanti di voi si sono trovati a svolgere attività di editing e di proofreading nella loro professione? Conoscevate le differenze tra queste fasi del processo di revisione e la loro importanza per la qualità di un contenuto testuale?

Francesca Sorrentino

Sono affascinata dalla comunicazione a 360° e dal suo impatto sulla nostra comprensione della realtà e sulla nostra capacità di trasformarla. Content writer, digital creator, web editor e blogger: mi occupo di copywriting e content editing per diversi canali di comunicazione, con particolare attenzione al web e alle attività di ottimizzazione in ottica SEO. Web e content marketing sono infatti il fulcro del mio lavoro. Ma scrittura creativa e comunicazione online sono anche le mie grandi passioni, insieme al counseling e alla psicologia della comunicazione. Le competenze grafiche e la conoscenza approfondita di WordPress mi permettono inoltre di gestire progetti di comunicazione online e offline complessi, integrando comunicazione testuale e visiva.

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